En los meses posteriores pasa inadvertido desempeñándose como espía trabajando para Barras llega a ministro de policía. Recibe a Napoleón que llega de Egipto informándole todo lo acontecido durante la reciente revolución, Fouché es nombrado duque de Otranto y continua su pugna con Talleyrand, su primer destierro, su regreso como hombre indispensable para Napoleón, hasta que éste es derrotado en Waterloo y queda nuestro personaje al frente de los destinos de Francia, decide traer la monarquía de los borbones a cambio de un ministerio, demasiado pedir para que la aristocracia le perdone la muerte del rey Luis XVI, lo veta y destierra, muere olvidado en Trieste.
Solo este biografo de Balzac, con su espíritu elevado y sagaz al mismo tiempo, no limitándose a observar lo aparente de la época, sino sabiendo mirar entre bastidores, descubrió con certero instinto en Fouché el carácter más interesante de su siglo.
Joseph Fouché (1759-1820) est l'une des figures les plus énigmatiques de son temps. Elevé chez les Oratoriens, il fut un pilleur d'églises. Conventionnel modéré, il massacra les royalistes de Lyon. Ayant voté la mort de Louis XVI, il fut ministre de Louis XVIII. Napoléon, qui en fit son ministre de la Police, le chassa et le rappela : il le craignait et avait besoin de lui. La postérité n'a longtemps vu en Fouché que l'opportuniste cynique, capable de toutes les infamies et de toutes les trahisons pour assouvir son goût du pouvoir. Il le fut, mais il sut aussi s'opposer habilement à Robespierre comme à Napoléon, et, en quelques occasions décisives, agir en fonction du bon sens et de l'intérêt de son pays.
Biographe de Marie-Antoinette et de Balzac, le romancier d'Amok et de La Confusion des sentiments nous donne ici un saisissant portrait de ce personnage, en qui il voit la première incarnation d'un type politique moderne : l'homme de l'ombre, dissimulé, manipulateur, actionnant en coulisses les mécanismes du pouvoir réel.
Fu inviato a Milano come ministro di Francia, poi in Olanda per una missione segreta. Tornato a Parigi, nel 1799 fu nominato ministro di polizia del Direttorio e aiutò Napoleone nel colpo di Stato del 18 brumaio (9 novembre) 1799. Nel 1802 lo stesso console Napoleone Bonaparte, per sbarazzarsi di lui, abolì il Ministero di polizia, congedando Fouché con tanti onori (fu nominato senatore) e tanto denaro.[1] Richiamato nuovamente nel 1804 dallo stesso Napoleone a ricoprire la precedente carica, lo aiutò nella proclamazione dell'impero e nella repressione dei tentativi realisti.
Fouché tuttavia era un intrigante e spesso cercava di indirizzare l'imperatore verso decisioni che questi non gradiva o non apprezzava al momento. Tipico fu il caso del tentativo, effettuato d'intesa con Talleyrand, di convincerlo a divorziare dalla moglie Giuseppina, ricorrendo artatamente anche alla diffusione di voci in proposito. Nel 1808 Fouché fu gratificato del titolo di duca di Otranto per la sua efficienza, ma nel 1810 fu nuovamente deposto perché sospettato di tramare con l'Inghilterra: sarebbe infatti stato segretamente in contatto epistolare con Arthur Wellesley, il futuro duca di Wellington che avrebbe poi sconfitto Napoleone a Waterloo. Venne sostituito da Savary e fu privato del diritto di ricoprire cariche pubbliche dopo 1813. Ricopri anche la carica di Governatore-Generale delle Province Illiriche da giugno a ottobre 1813.
Nuovamente ministro di polizia di Napoleone durante i Cento Giorni, lo tradì all'ultimo momento favorendo il ritorno di Luigi XVIII. Comunque, con il ritorno dei Borbone, la nobiltà francese ed il re stesso non gli perdonarono i massacri di Lione: cacciato in esilio a seguito della legge del 1816 che infliggeva il bando a tutti coloro che avevano votato la morte di Luigi XVI, venne respinto dalle corti europee a causa della fama sinistra che lo accompagnava e morì solo ed in povertà a Trieste.